Teodorico Pedrini
C.M.
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Teodorico Pedrini
SON MANDATO À CINA, À CINA VADO
Lettere dalla Missione 1702-1744
a cura di Ediz. QUODLIBET
L’epistolario lazzarista
Questo epistolario costituisce per numero e
contenuto un vero e proprio corpus a sè stante ed è l’unico che,
in base alle ricerche sinora svolte, contiene lettere destinate
ai familiari. Di questo insieme fanno parte, oltre ad alcune
lettere ai superiori della Missione, anche molte lettere
indirizzate a componenti della famiglia, il padre Giovanni
Francesco e la madre Nicolosa, il fratello Eraclito, il cognato
Gaetano Buratti, l’amico Giovanni Battista Spinucci, ormai
suocero della nipote Beatrice, che coprono cronologicamente
quasi tutta la vita di Pedrini al di fuori dell’Italia, dal 1702
al 1744. Presso il Collegio Leoniano sono confluiti
infatti i materiali archivistici dei Collegi chiusi o cessati,
in particolare i documenti del Collegio di Monte Citorio
(espropriato dallo stato italiano sul finire dell’Ottocento ed
effettivamente lasciato intorno al 1910: l’area della chiesa di
Monte Citorio corrisponde all’attuale Auletta del Parlamento);
ve ne è prova, ad esempio, nella lettera da Saint-Malo del 1703,
che nei Memoires de la Congregation de la Mission editi a Parigi
nel 1911 viene indicata come facente parte dell’Archivio della
Casa della Missione di Monte Citorio (si tenga conto che i
Memoires del 1911 riprendono il contenuto dell’edizione del
1865, per cui alcuni argomenti potrebbero essere stati ripresi
senza aggiornamento). E' inoltre molto interessante notare che tra le
lettere autografe di Pedrini ci sia la corrispondenza
indirizzata ai familiari a Fermo, o a Monte San Martino, dove
risiedeva il cognato Gaetano Buratti con sua sorella Teresa
Pedrini. Si può supporre che i destinatari delle missive, o i
loro eredi o forse lo stesso fratello Eraclito, abbiano
consegnato le lettere ai superiori della Casa della Missione di
Fermo, costituita nel 1704 e attiva almeno fino al 1933, e che
da tale Archivio siano poi confluite in quello di Roma. La Congregazione della Missione aveva infatti
aperto una Casa a Fermo nel 1704, per iniziativa
dell’arcivescovo, il cardinale Baldassarre Cenci (cfr. anche
F.G. Galeffi, G. Tarsetti, I Lazzaristi a Fermo e Teodorico Pedrini
cit.). Pedrini non vide mai questa Casa, essendo partito
per la Francia e quindi per la Cina, nel gennaio 1702.
L’edificio della Congregazione è ancora esistente in via Brunforte, attuale sede dell’Università Politecnica delle
Marche. La Casa della Missione di Fermo subì diverse chiusure
(1798 e 1810) e riaperture (1799 e 1817), in seguito alle
occupazioni francesi, ma proseguì nelle sue funzioni sino al
1866, quando per le demaniazioni dei beni ecclesiastici, fu
incamerata dallo stato italiano. L’edificio è stato poi adibito
a ospedale, quindi a brefotrofio, divenendo sede dell’Opera Pia
Santa Maria della Carità. Dopo qualche tempo i Lazzaristi si
spostarono in un edificio nell’attuale via Battirelli, sul lato
monte verso via Don Minzoni, vicino alla chiesa degli Angeli
Custodi. Sino ai primi del Novecento è attestata la presenza a
Fermo di Lazzaristi, poichè Cicconi (cfr. Teodorico Pedrini,
Lazarista fermano a Pechino cit.) riferisce di un colloquio con
il signor Uttini, che fu superiore a Fermo fino al 1920 (cfr.
Cenni storici su la Congregazione della Missione in Italia,
1642-1925, Collegio Alberoni, Piacenza 1925, p. 161). Le ultime
annotazioni amministrative del giornale mastro di Fermo
(conservato in ACMR) sono della primavera del 1933. Secondo Duvigneau
(Teodorico Pedrini, prete della missione cit., p. 54) l’Archivio
della Casa della Missione di Fermo sembrerebbe ancora autonomo
nel 1937 o in epoca immediatamente precedente il suo libro.
Sempre secondo lo studioso francese, la raccolta delle lettere è
opera del signor Casoni, archivista del Collegio Leoniano, il
quale
≪dei documenti pedriniani fece un
volume a parte riordinando, a tempo suo, l’Archivio≫. Nella presente sezione vengono raccolte tutte
le lettere di Pedrini rinvenute presso l’Archivio del Collegio
Leoniano, comprese quelle del volume segnato “Cina III”
probabilmente ignoto al Duvigneau, e la lettera a Filippo
Antonio Gualterio del 20 ottobre 1727, già conservata in copia
di altra mano presso il Collegio Alberoni di Piacenza (secondo
quanto riportato anche da Combaluzier nel 1957), e in tempi
recenti riunita al nucleo principale presso il Collegio Leoniano. Viene altresì aggiunta alla fine una lettera
di Giuseppe Cerù a Gaetano Buratti del 5 dicembre 1748, quindi
pochi mesi dopo che era giunta in Italia la notizia della morte
di Pedrini, per il suo prezioso contenuto relativo agli ultimi
anni di vita del missionario, in cui Cerù si premura di
tutelarne la memoria, il buon nome e la coerenza nel tempo,
anche nei confronti dei familiari di Fermo. Il materiale sulle missioni cinesi, presso
l’Archivio, che viene indicato con la sigla ACMR (Archivio della
Congregazione della Missione di Roma presso il Collegio Leoniano,
sede della Provincia Romana), è organizzato nel modo che segue: - volume di lettere e materiale denominato
“Cina I”; Le lettere di Pedrini ai seminaristi del 1702
e di Lima 1705 sono contenute in cartelle separate. Su Pedrini vi sono inoltre due manoscritti,
anonimi, di cui uno con una lettera di trasmissione del 1845 a
firma dell’archivista dell’epoca padre Casoni: - Notizie sul Signor Teodorico Pedrini
(manoscritto a parte); Si riporta qui il repertorio delle lettere di
Teodorico Pedrini presenti nell’Archivio della Congregazione
della Missione di Roma (ACMR), con luogo e data, destinatario,
abbreviazione della collocazione e trascrizione dell’incipit:
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